Venerdì sera sono andato a sentire Marco Montemagno che al teatro dell’Arte di Milano ha presentato “Codice Internet”.
Il progetto “Codice Internet” è molto semplice: Divulgare la Rete in Italia.
Ho passato due ore piacevoli sapientemente intrattenuto da Marco che riesce sempre a coniugare la divulgazione di informazioni di interesse con lo spettacolo: non è poco.
La presentazione, ovviamente rivolta più ad un pubblico di curiosi, piuttosto che a un pubblico di addetti ha comunque fornito, per lo meno a me, spunti e soprattutto esempi interessanti anche se ovviamente gli argomenti sono sempre un po’ gli stessi. Ma questo ovviamente non è colpa degli organizzatori di “Codice Internet” ma mia che ho scelto di andare a un evento dichiaratamente divulgativo.
Gioco con i computer da quando ho 15 anni e sono su Internet dal 1995 e tendo a dare per assunto che la diffusione di questo tipo di tecnologia sia scontata. Purtroppo, una volta ancora, i dati mi smentiscono clamorosamente. Nulla di nuovo, sono numeri che girano, ma sentirsi confermare che in Italia 6 persone su 10 non accedono a Internet e che in quanto a diffusione siamo al penultimo posto in Europa seguiti dalla sola Russia mi ha un po’ sconfortato.
Mi è venuto subito voglia di riportare queste considerazioni in un post e mi sono dunque attivato su Internet per riportare tali dati e le relative fonti e … ho trovato un po’ di tutto:
Internet World Stats in cui si dice che la penetrazione si attesta a circa il 57% (dati di giugno 2008) e ha registrato un incremento del 162% dal 2000 al 2008. Considerando solo i paesi della comunità europea, riordinando i dati si hanno risultati tutto sommato non così terrificanti:
L’Italia risulta davanti all’Austria, alla Francia, alla Spagna e al Belgio.
Se si guardano invece i dati riportati da Giancarlo Livraghi su Gandalf.it, il pessimismo si può far strada con un certo agio: stando ai dati del 2007 siamo al terz’ultimo posto (vale a dire il 25esimo) nella classifica delle percentuali di popolazione che utilizzano Internet almeno una volta alla settimana e al 19esimo rispetto all’utilizzo di Internet quasi quotidianamente.
Anche i dati dell’Unione Europea penalizzano fortemente l’Italia.
Insomma a parte il guizzo di ottimismo di Internet World Stats mi convinco che siamo messi davvero male.
A questo punto mi chiedo:
– La situazione di arretratezza degli italiani su Internet è una opportunità o un segnale di mancanza di competitività?
– I dati che si trovano in giro sono autorevoli o meno?
– Come fare per sapere quali sono quelli corretti? Devo fidarmi di più dell’Unione Europea, dell’Istat o di Internet World Stats?
– I sistemi di misura che adottano sono congruenti tra di loro e quindi paragonabili o no?